Pensione anticipata, quando non è conveniente ricorrere a questa soluzione

La pensione anticipata è un’arma a doppio taglio: da un lato il sollievo di mettersi a riposo anzitempo, dall’altro la potenziale penalizzazione economica. Ecco come fare la scelta giusta. 

Per chi è prossimo alla pensione la domanda risuona insistente: conviene optare per la formula anticipata oppure no? La risposta, come spesso accade, è: dipende. Oggi sono due i canali principali per uscire dal mondo del lavoro prima del previsto: Quota 103 e l’opzione Fornero.

pensione anticipata quando non è conveniente
Occorre valutare attentamente se la pensione anticipata conviene o meno, soppesando l’aspetto economico e considerazioni di altro tipo (Pixabay – Radio7.it)

Sono molti gli italiani alle prese con questa scelta. In linea di massima, la prima opzione non conviene soprattutto a chi sa già che intascherebbe un assegno molto superiore al massimo consentito da Quota 103. Ma nel calcolo dei potenziali pro e contro ci sono anche altri elementi da considerare.

Tutti i pro e contro della pensione anticipata

Premessa: la formula Quota 103, a differenza di Opzione Donna e Ape Sociale, fissa requisiti solamente anagrafici e contributivi, e rimarrà tale almeno fino al 31 dicembre prossimo, salvo proroghe. I requisiti per accedervi sono: 62 anni di età e 41 anni di contributi. Ebbene, a chi conviene accedere a Quota 103?

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Occorre tener presente l’accesso a Quota 103 preclude la possibilità di svolgere nuovi lavori da pensionati (Pixabay – Radio7.it)

Per rispondere a questa domanda bisogna innanzitutto ricordare che l’importo lordo dell’assegno non può superare di 5 volte il trattamento minimo previsto dall’Inps, pari a circa 2.800 euro lordi, fino a che non si sarà raggiunta l’età standard per andare in pensione (67 anni). Va da se che il lavoratore che avrebbe diritto a una pensione di oltre 2.800 euro ci rimetterebbe. Anche perché aspettando solo qualche mese in più potrebbe accedere alla pensione anticipata introdotta dalla Legge Fornero.

Per tutti gli altri lavoratori, la scelta varia soprattutto in funzione di considerazioni personali: meglio una pensione più bassa, a fronte magari della possibilità di attingere ai risparmi personali, o stringere ancora i denti? Che è poi l’antica alternativa tra l’uovo oggi o la gallina domani. Con la differenza che c’è di mezzo lo stress lavorativo, un elementi di non poco conto per chi svolge determinate professioni. Si tenga infatti presente che l’accesso a Quota 103 preclude la possibilità di nuovi lavori o lavoretti da pensionati, salvo un’attività autonoma e occasionale entro il limite annuo di 5mila euro di guadagni (mentre la pensione anticipata ordinaria non prevede lo stesso paletto).

L’ultima Legge di Bilancio, tra l’altro, ha reintrodotto l’ex bonus Maroni, l’incentivo destinato ai lavoratori dipendenti per restare in attività pur avendo raggiunto i requisiti per Quota 103. In sostanza, il datore di lavoro versa direttamente in busta paga i contributi che andrebbero impiegati per l’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti, senza reindirizzarli l’Inps, andando così ad aumentare lo stipendio. A voi la scelta…

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