Alice uccisa con 19 coltellate, il fratello potrebbe salvarsi senza neanche un giorno di carcere

Uccise la sorella minore con 19 coltellate. Ma Alberto Scagni potrebbe non fare nemmeno un giorno di carcere.

L’omicidio avvenne a Genova, la sera dell’1 maggio dello scorso anno. Alberto Scagni, 42 anni, si scagliò con 19 coltellate sul corpo di Alice, la sorella minore. La donna era mamma di un bimbo di un anno e quattro mesi.

Ma l’uomo potrebbe non fare neppure un giorno di carcere. Infatti Elvezio Pirfo, il perito del giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni,  ha concluso che Scagni è seminfermo di mente. Nella relazione del perito si legge: “Alberto Scagni è portatore fin dalla prima età adulta di un grave disturbo di personalità di tipo antisociale, narcisistico e borderline complicato da un disturbo di poliabuso di sostanze psicoattive, alcol e cannabis. Non è affetto da schizofrenia“. I legali della difesa – gli avvocati Elisa Brigandì e Maurizio Mascia – puntano, pertanto, a uno sconto di pena. E, nel caso non ottenessero quanto sperato, potrebbero richiedere un’ulteriore perizia psichiatrica. Per il 42enne le porte del carcere potrebbero non aprirsi mai. Quella di Alberto Scagni pare, per diversi aspetti una personalità molto vicina a quella del 31enne Benno Neumair attualmente in carcere per il duplice omicidio dei genitori Peter Neumair e Laura Perselli. Anche Benno, come Scagni, fin da bambino ha mostrato i segnali evidenti di una personalità disturbata e violenta.

Dopo l’omicidio la Procura aveva aperto un fascicolo per omissione. Anche i genitori di Alberto e Alice Scagni – assassino e vittima – avevano presentato in Procura un esposto per omissione di atti d’ufficio e morte come conseguenza di altro reato. Secondo i genitori, infatti  sarebbero state sottovalutate le loro denunce. I due avevano già  denunciato le violenze di Alberto prima che si arrivasse al delitto del maggio scorso: il 42enne aveva tirato pugni contro la casa della nonna in piena notte e aveva anche tentato di dar fuoco alla porta dell’anziana. Non solo: solo sette ore prima dell’omicidio di Alice, il fratello/assassino aveva chiamato e minacciato i familiari per avere dei soldi.  Forse la donna sarebbe potuta essere salvata se le denunce dei genitori fossero state prese in considerazione in tempo utile.

Fonte: Fanpage, Today

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