Pizza, la parte bruciata non fa male: la rivelazione che tranquillizza tutti

Finalmente la scienza rassicura chi ama la pizza bruciata. Ecco l’ultima incredibile scoperta: la salute è salva

In Italia, la pizza è il pilastro della tradizione culinaria. Originaria della città di Napoli, ognuno ne ha il proprio gusto preferito: se c’è chi non può fare a meno della tradizionale ed intramontabile Margherita, altri invece sono più temerari e decidono di buttarsi e testare sempre sapori nuovi. Nelle ultime ore, la scienza ha rassicurato chi la ama un po’ bruciacchiata: ecco le novità.

Pizza: quella bruciata non fa male
Pizza, la scienza conferma: la parte nera non nuoce alla salute (radio7.it)

Soprattutto quando viene cotta nel forno a legna, la pizza può assumere nella sua parte inferiore una colorazione tendente al nero. Fino a poco fa, si temeva che questo potesse arrecare danno alla salute: fortunatamente, però, le ultime notizie rassicurano chi la adora in questo modo. Ecco le scoperte.

La scienza conferma: la pizza nera non fa male

A studiare la pizza bruciacchiata e la sua potenziale dannosità per la salute è l’Accademia dei Georgofili, dove proprio in questo periodo è in corso il convegno “Pizza napoletana tra tradizione e innovazione“. Il Presidente dell’Accademia, Mauro Moresi, ha voluto rassicurare tutti quanti in merito alla pizza bruciacchiata: “È sicura!“, afferma. Ecco perché.

Pizza: quella bruciata non fa male
Pizza, la scienza conferma: la parte nera non nuoce alla salute (radio7.it)

A suscitare la paura della nocività della parte nera della pizza è la presenza di acrilammide, una sostanza che si forma naturalmente nei prodotti amidacei come pane, pizza e patate quando vengono sottoposti ad alte temperature. Il processo che la sprigiona è la reazione di Maillard, la quale dà alla pietanza quell’aspetto di abbrustolito che piace molto a tante persone. Nel 2015, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha dichiarato che non ne esiste una dose sicura e che, quindi, è sempre meglio ridurne la quantità che se ne assume.

Di fatto, però, Paolo Masi dell’Università Napoli II di Napoli ha confermato che per quanto riguarda la pizza non c’è rischio per la salute. La superficie che si brucia, infatti, è inferiore al 3% sulla quantità di peso totale e, di conseguenza, la quantità di acrilammide che si produce è davvero esigua e non pericolosa per la salute. Questa scoperta rassicura non solo i consumatori, ma anche i produttori: in questo modo, potranno essere più sereni nel preparare le proprie pizze e, soprattutto, sapranno dare una risposta precisa a chi gli chiede informazioni in merito alla sicurezza del prodotto.

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