2023, perché conviene andare in pensione subito

E’ bene che i lavoratori e dipendenti idonei prendano al più presto una decisione, in quanto le pensioni per l’anno 2023 varranno molto di più rispetto al passato. Approfondiamo insieme l’argomento nel dettaglio.

Il tema delle pensioni rappresenta ancora principale argomento di dibattito, sia per i cittadini che per gli stessi politici al Governo.

Conviene andare in pensione nell'anno 2023, il motivo
Conviene andare in pensione nell’anno 2023, il motivo – Radio7

E’ evidente che gli italiani non accettino di dover lavorare fino a 67 anni per poter ricevere piena pensione, questo fattore inoltre influenza inevitabilmente il mondo del lavoro. I posti sono occupati da dipendenti ed impiegati stanchi e frustrati, mentre i giovani si ritrovano a dover accettare lavori lontani dal garantirgli un’effettiva indipendenza economica. Per questo motivo, i Governi si sono impegnati nella ricerca di una soluzione, proponendo le cosiddette pensioni anticipate – agevolazioni al quale è possibile accedere ad eccezione che si presentino determinati requisiti.

A questo proposito, laddove un cittadino italiano intenda accedere alla pensione, ricordiamo che nel 2023 l’assegno varrà molto di più rispetto agli anni scorsi. La modulazione delle cifre infatti non è statica, ma contempla una serie di fattori da unire alla carriera lavorativa del cittadino.

Pensione 2023, risulterà molto più sostanziosa: i dettagli

Il valore della pensione dipende principalmente dal montante contributivo, ossia il valore dei contributi versati annualmente allo Stato Italiano. A quanto pare, nel 2023 è stato modificato il coefficiente di trasformazione del montante contributivo, primo fattore che determina la cifra pensionistica assegnata al cittadino italiano che si prepara ad abbandonare il mondo del lavoro. Di conseguenza, tutti coloro che intendano accedere alla pensione nell’anno corrente, godranno di un pensione più sostanziosa proprio sulla base del nuovo coefficiente di trasformazione. A questo proposito, possiamo specificare che l’aumento dovrebbe corrispondere all’incirca al 2,5%.

Questo discorso, vale esclusivamente per le seguenti categorie di lavoratori: colui che non ha contributi versati prima del 31 dicembre 1995, chi ha meno di 18 anni di contributi dal 31 dicembre 1995, ma anche chi ha meno di 18 anni di contributi dal 31 dicembre 1995 ed ha anzianità contributive dopo il 31 dicembre 2011 ed infine chi sceglie il sistema contributivo (ad esempio Opzione Donna). Queste categorie potranno usufruire del rincaro della pensione sulla base della rivalutazione vigente dal 1 gennaio 2023 al 31 dicembre 2024.

Aumento del coefficiente di trasformazione del montante contributivo

E’ importante sottolineare che il coefficiente di trasformazione dipende dall’età di pensionamento del cittadino, pertanto varia anche sulla base del lavoratore in questione. In particolare, la cifra corrisponde alle seguenti percentuali: 57 anni 4,27%; 58 anni 4,38%; 59 anni 4,49%; 60 anni 4,62%; 61 anni 4,74%; 62 anni 4,88%; 63 anni 5,03%; 64 anni 5,18%; 65 anni 5,35%; 66 anni 5,53%; 67 anni 5,72%; 68 anni 5,93%; 69 anni 6,15%; 70 anni 6,40%; 71 anni di età 6,66%.

Aumento del coefficiente di trasformazione del montante contributivo
Aumento del coefficiente di trasformazione del montante contributivo – Radio7

Per chiarire cosa significa in termini di denaro: un cittadino X che possiede un montante contributivo di 300 mila euro, in pensione all’età di 62 anni, riceverà una pensione di 14.646 euro (contro i 14.310 euro degli anni scorsi). Fondamentalmente, un aumento di 336 euro. Laddove lo stesso cittadino decidesse di andare in pensione a 67 anni, l’aumento corrisponderebbe a 444 euro ed infine se raggiungesse i 70 anni di età il rincaro varrebbe circa 540 euro. Ecco perché, laddove i requisiti lo permettano, è conveniente andare in pensione nell’anno corrente, 2023.

 

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