Pasta a “Cottura Passiva” | Quando risparmiare acqua e gas diventa pazzesco

La pasta per noi italiani non è un semplice alimento ma un vero e proprio elemento di condivisione, di voglia di stare insieme, in una parola davanti ad un piatto di pasta siamo tutti più più uniti.

Pasta cottura passiva In tempo di austerity si è scoperto che un buon atteggiamento nella cottura della pietanza più consumata in Italia può portare un notevole risparmio di energia.

Nel corso della Giornata Mondiale dell’Ambiente, l’Unione Italiana Food ha esposto i risultati di una sorprendente ricerca che è andata a valutare l’impatto della cottura della pasta sul consumo di acqua e di energia.

Riccardo Felicetti, presidente del Pastai Italiani ha esordito dicendo:“Abbiamo scelto di indagare scientificamente la cottura della pasta per trasferire consapevolezza sull’impatto economico e ambientale di gesti che compiamo quotidianamente”. 

L’attenzione ad alcuni gesti che si compiono quotidianamente in cucina è alla base di questo inatteso risparmio economico. Usiamo il coperchio per far giungere a bollore l’acqua nella pentola? Pensate che solo con questa piccola accortezza oltre a dimezzare i tempi di attesa si risparmia tanto da ricaricare il nostro cellulare per quasi tre volte.

E qui possiamo dire che siamo messi bene; infatti 9 italiani su 10 si compartano così. Se poi abbiamo usato anche la corretta quantità di acqua il risparmio salirebbe a cinque. Ma sappiamo quanta acqua va usata

Pasta: quanta acqua serve

Abbiamo accennato alla giusta quantità di acqua da mettere nella nostra pentola. Un elemento non da poco. Le nostre nonne dicevano 1 litro per 100 grammi oggi non è più necessario. I pastifici moderni hanno di molto migliorato il prodotto tanto che di acqua oggi ne può bastare un 30% in meno.

Cuocere la pasta in meno acqua concentrerà l’amido e renderà più facile legare con il condimento. Usando meno acqua si tagliano del 13% i consumi di energia e le emissioni di CO2″. Oltre, ovviamente, al 30% di acqua non utilizzata. Su questo c’è molto da lavorare infatti quasi l’80% di noi usa ancora troppa acqua. Un corretto atteggiamento di tutti noi porterebbe, alla fine dell’anno, ad aver riempito quasi 1500 piscine olimpiche.

La cottura passiva

La vera rivoluzione culturale sta però nel terzo suggerimento fornito durante l’esposizione dei risultati della ricerca: spegnere il fuoco prima della fine della cottura! Ma vediamo in pratica cosa c’è da fare per seguire questo consiglio.

Una volta raggiunto il bollore si toglie il coperchio e si “cala” la pasta nella nostra pentola. A questo punto si attende che l’acqua riprenda a bollire e dopo alcuni minuti (da 2 a 4 a seconda del tipo di pasta utilizzata) si spegne la fiamma e si rimette il coperchio fino a fine cottura. Così le nostre nonne, quelle del litro per ogni etto, cuocevano la pastina delle minestre.

Pratica consigliata anche per evitare che conchiglioni, fusilloni e paccheri (i formati di pasta più grossi) si rompano o perdano la loro forma durante la cottura. La cottura denominata passiva, secondo gli studiosi, ci permetterà di arrivare ad un risparmio di energia ed emissioni di CO2 del 47%!

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Se tutti noi seguissimo questi 3 consigli ogni volta che “buttiamo la pasta”, il risultato del risparmio energetico sarebbe strabiliante: oltre 350 milioni di chilowattora. Come dire che per 5 lustri tutti gli stadi di Serie A, Premier League, Liga e Bundesliga non avrebbero più bisogno di corrente.

 

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