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LifeStyle

Apple Watch e simili: fanno veramente quello che promettono?

Published by
Silvia Petetti

Scopriamo insieme se le tanto decantate funzioni che vengono indicare per quanto riguarda questi orologi vengono fatte veramente.

Quasi tutti noi abbiamo un orologio che è uno smartphone o che comunque ha moltissime funzioni innovative che ci possono aiutare nella nostra vita di tutti i giorni, ma la domanda è sempre quella, fanno veramente quello che promettono?

Apple Watch e simili: fanno veramente quello che promettono? (pixabay)

Ovvero alcuni dicono anche di rilevare se possiamo avere delle piccole problematiche al cuore, oppure di controllare la qualità del nostro sonno ma è veramente così, scopriamolo insieme con questo interessante studio.

Apple Watch e simili: fanno veramente quello che promettono?

Come dicevamo alcuni smartwatch possono rivelare la presenza di fibrillazione atriale attraverso particolari applicazioni ma ci possono aiutare se abbiamo questo reale problema?

E’ stato fatto un recente studio che poi hanno pubblicato sul Canadian Journal of Cardiology dove si legge quanto segue ed è veramente molto interessante come risultato, ma c’è sempre un ma.

Come possiamo immaginare hanno una batteria limitata e poi non si ha una risposta immediata se abbiamo un problema, quindi è un si ma con delle limitazioni, ci troviamo però di fronte ad un’altro studio.

Questa volta si è analizzato, sempre per la diagnosi di fibrillazione atriale tramite un Apple Watch ma il dato era valido solamente quando si prendevano in considerazioni persone simili tra di loro e con un ECG anomalo.

Nello studio di quest’anno, come possiamo leggere anche dalle pagine di Greenme sono stati ricoverati ben 734 pazienti e gli sono stati fatti degli ECG a 12 derivazioni e successivamente hanno registrato la cosa per 30 secondi sull’orologio.

L’applicazione ha classificato le persone come, nessuno segno di fibrillazione atriale, fibrillazione atriale e lettura inconcludente, le registrazioni dell’orologio poi sono state visualizzare da un elettrofisiologo e le ha classificate come, fibrillazione atriale, assenza di fibrillazione atriale e diagnosi poco chiara.

Un secondo eletrrofisiologo ha interpretato le due letture ed ha indicato che un caso su cinque, ovvero il 20% non è riuscito a trovare una soluzione, o meglio un’accordo tra le due misurazioni.

Il rischio, quindi, di un falso negativo era maggiore nelle persone con problemi già presenti come ad esempio contrazioni atriali e ventricolari premature, disfunzione del nodo del seno e blocco atrioventricolare di secondo o terzo grado.

Lo studio ha anche evidenziato che l’applicazione per l’orologio ha identificato in modo corretto il 78% delle persone con fibrillazione atriale e l’81% in quelle che non ne soffrivano, c’è il rischio di dare un falso positivo per le persone che hanno contrazioni ventricolari premature.

Apple Watch e simili: fanno veramente quello che promettono? (pixabay)

Si è quindi poi evidenziato che possono aiutare questi prodotti nell’assistenza sanitaria ma non sono ancora uno strumento per il monitoraggio delle persone che hanno problematiche al cuore, ma sono molto utili per verificare il ritmo cardiaco.

Ovviamente questi prodotti non possono sostituire una visita dal medico ma ci possono aiutare, perchè ci aiutano a stare meglio e a prestare maggiore attenzione alle nostre condizioni generali e magari, migliorare anche il nostro stile di vita.

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Silvia Petetti