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Schettino da una strage a un’altra | Parenti delle vittime infuriati

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Era stato il primo a scendere dalla nave che affondava, quando doveva essere l’ultimo. È stato poi arrestato e, ora, c’è il rischio concreto che possa lasciare il carcere. Stiamo parlando dell’ex comandante Francesco Schettino.

Chi non ricorda la tragedia della Nave Concordia e del suo comandante. Ma ecco che, proprio lui, sta per tornare alla ribalta.

Schettino: tra qualche giorno libero

Un nome che ha lasciato il segno e non solo nel cuore delle vittime della tragedia della nave Concordia. Francesco Schettino, l’ex comandante della nave citata prima, era stato arrestato e condannato a ben 16 anni di carcere. Ma, a breve, potrebbe lasciare il carcere. Ma non per esser messo, di nuovo, al comando o al timone di un’imbarcazione.

Una nuova vita ed una nuova realtà lo attendono. Dopo la tragedia, nel 2012, Schettino fu arrestato e condannato a 16 anni di carcere che sta scontando nel carcere “Rebibbia” a Roma. Ma potrebbe uscire presto per un nuovo lavoro. Una sorta di suo contributo ed aiuto alle istituzioni. Potrebbe essere, infatti, assunto come una sorta di impiegato atto a digitalizzare alcuni documenti di processi della storia del nostro paese, per salvarli dal deterioramento della carta.

Schettino, dal canto suo, è già impegnato in lavori socialmente utili all’interno del carcere dove ora sta scontando la sua pena. Ma la nuova richiesta di lavoro per lui è stata avanzata proprio dalla direzione del carcere, come racconta l’agenzia Ansa.

Il nuovo lavoro per il comandante

L’ex comandante, infatti, dovrebbe esser messo al pc e, con l’aiuto di uno scanner, digitalizzare tutti gli atti del processo di Ustica. Perché questa scelta proprio da parte della direzione della casa circondariale? Schettino, infatti, ha maturato gli anni necessari dalla legge che gli consentono di avere il diritto a queste misure preventive e alternative di detenzione.

Per cavilli burocratici, il suo “nuovo lavoro” inizierà fra qualche giorno. Tale tipo di benefici, secondo le norme dettate dalla legge, vengono dati a detenuti meritevoli e capaci in certe determinate mansioni. Se per lui può esser un motivo di rinascita e di ripresa della sua vita, per le famiglie delle vittime del naufragio all’Isola del Giglio, non sarà di certo una notizia piacevole.

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